Separazione dei coniugi: via Giudiziale

Via Giudiziale

Quando la coppia non riesce a raggiungere un accordo consensuale, una delle parti, con l’assistenza del proprio avvocato, presenta in Tribunale un ricorso giudiziale col quale espone le proprie ragioni a sostegno delle soluzioni proposte, talvolta richiede l’addebito della separazione all’altra parte e/o richiede una Consulenza Tecnica d’Ufficio (CTU), cioè l’intervento di uno psicologo scelto dal Giudice e da questi incaricato di osservare le relazioni della famiglia al fine di fornire elementi e criteri in merito all’affidamento dei figli.

Nella via giudiziale prevale l’ottica della lite e la logica vincitore/perdente, la quale:

«..rileva la diversità della posizione degli “avversari”, promuove la ricerca di prove a favore dell’uno e contro l’altro, definisce l’obiettivo per ciascun partner di risultare “vincitore” rispetto ad un “perdente». (V. Cigoli, C. Galimberti, M. Mombelli, “il legame disperante”, 1988, R. Cortina Ed., Milano)

La logica vincitore/perdente, tuttavia, innalza i toni del conflitto e diminuisce la capacità di collaborare come genitori.

Nella via giudiziale, lo psicologo supporta il cliente nell’iter giuridico della Consulenza Tecnica d’Ufficio come Consulente Tecnico di Parte.